3 Oli vegetali dannosi: scatta l’obbligo di dichiararli in etichetta!
fonte : www.eticamente.net
3 oli vegetali dannosi
1- Olio di palma
L’olio di palma è un
ingrediente troppo usato e troppo poco conosciuto. Spendiamo alcune
parole in più per questo olio rispetto agli altri perchè i risvolti
negativi del suo impiego sono davvero tanti.
E’ tra gli ingredienti più usati in molti settori dell’industria
alimentare, dal bakery alle margarine, lo mangiamo la mattina a
colazione con i biscotti e la sera se usiamo una margarina.
Non proviene da coltivazioni geneticamente modificate come l’olio di colza, ma fa bene o male alla nostra salute e all’ambiente?
La risposta è: male e per capire perché facciamo un passo indietro e riassumiamo un attimo la sua storia.
L’olio di palma arrivò in Europa grazie agli stessi mercanti che arrivavano in Africa seguendo la via delle spezie, ma dato
che non era affatto caro, ne tanto meno difficile da trovare, non fu
commercializzato con particolare interesse, d’altronde, saggezza antica,
perché usare un olio vegetale di bassa qualità in un paese dove era
facilmente reperibile l’olio d’oliva? Se consideriamo infatti che i
mercanti erano solitamente spagnoli, italiani o portoghesi è ben
comprensibile che l’olio di palma non abbia destato in loro un
particolare interesse.
Proprio come accadde per l’olio di colza, però, entrò in Europa per usi industriali
ben lontani da quelli alimentari. Furono gli inglesi, nella seconda
metà dell’ottocento, a decidere di sfruttare la sua grande disponibilità
a basso costo e di utilizzarlo come lubrificante per le macchine della crescente industria britannica e in seguito come materia prima nei saponifici.
In seguito con
la grande industria alimentare in crescita la grande convenienza
dell’olio di palma tornò nuovamente all’attenzione delle grandi case di
produzione, come era avvenuto nell’ottocento durante la rivoluzione
industriale.
Questa volta però si parlava di alimentazione,
l’olio di palma sembrava un’alternativa economica e dietetica al burro,
un grasso vegetale a basso costo ottimo per biscotti, merendine, dolci, biscotti salati, piatti pronti in genere.
Cosa non va? L’olio di palma in particolar modo quello raffinato, è molto dannoso per la salute. Quest’olio
contiene infatti un’altissima percentuale di grassi saturi (più del
50%), che favoriscono la produzione del cosiddetto colesterolo cattivo, il colesterolo LDL per intenderci, ovvero il più rischioso per l’apparato cardiocircolatorio.
Il processo di raffinazione subito
dall’olio di palma lo rende più dannoso, ma nell’industria alimentare
per motivi legati alla consistenza e al colore si usa quasi esclusivamente olio di palma raffinato, ma, d’altronde quello non raffinato non sarebbe così a basso costo.
La Food And Drug Administration statunitense e l’OMS
hanno evidenziato ed evidenziano i danni di quest’olio, emanano linee
guida a riguardo, ma si trovano a combattere contro le gigantesche dinamiche industriali globali che distruggono foreste per produrre a basso costo un alimento estremamente dannoso per la nostra salute!
2- Olio di colza
L’olio di colza, come l’olio di palma, è assolutamente stracolmo di acidi grassi saturi, quelli, scientificamente e indiscutibilmente riconosciuti come fattore di rischio per l’apparato cardiovascolare e inoltre contiene l’acido erucico, (un
acido carbossilico appartenente alla classe dei cosiddetti acidi
grassi, considerati potenzialmente tossici per la salute umana).
La colza poi fa parte dei 4 organismi geneticamente modificati maggiormente immessi sul mercato.
3- Olio di soia
Come l’olio di colza proviene
prevalentemente da coltivazioni OGM inoltre si tratta di un olio
raffinato e prodotto con gli scarti della materia prima. In poche
parole, fa male sia all’ambiente che alla salute. Inoltre è sempre
meglio ricordare che il dibattito a proposito della soia è ancora aperto
e molti sono i pareri discordanti a riguardo, specialmente per la
grande percentuale di fitoestrogeni contenuti in questa leguminosa.
Come evitare questi 3 oli vegetali dannosi
Si consiglia di consumare sempre oli
vegetali spremuti a freddo e che provengano da coltivazioni non OGM,
attenzione soprattutto all’olio di mais la cui materia prima proviene
spesso da coltivazioni geneticamente modificate.
Quello che possiamo fare è leggere le etichette e acquistare in modo consapevole, meno persone lo acquisteranno e più velocemente sparirà dal mercato.
A questo proposito è importante
ricordare che da dicembre 2014 sono cambiate le leggi in vigore e per i
produttori ci sarà l’obbligo di dichiarare quale tipo di olio vegetale è
usato come ingrediente all’interno del prodotto.
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