Ortoressia: benessere sì, ma ammalarsi di benessere no!
fonte : www.my-personaltrainer.it/
Nel millennio in cui regnano sovrane la cucina macrobiotica e le gallette di riso biologiche, che sostituiscono gli ormai fuori moda panini col prosciutto, non è affatto difficile notare - soprattutto negli ambienti dove la cura del corpo e del benessere divengono il principale obiettivo (palestre, centri benessere, centri estetici ecc..) - una particolare categoria di persone che non si può definire né anoressica, né bulimica. Ho già affrontato questi due tristi e difficili argomenti nel mio articolo 'Anoressia e Bulimia', ora cercherò di spiegare nel modo più chiaro e semplice cos'è questo nuovo 'male', di natura psicofisica, che da almeno 10 anni serpeggia silenzioso, ma sempre più numeroso, nei Paesi maggiormente sviluppati.
Il termine Ortoressia deriva dal greco 'orthos' (sano, corretto) e 'orexis' (fame, appetito); è stato coniato nel 1997 dal medico nutrizionista britannico Steven Bratman, che per primo diagnosticò questo particolare disturbo alimentare proprio su se stesso. Egli si rese consapevole di alcuni suoi comportamenti estremizzati relativi all'alimentazione che, a causa della loro ripetitività ed anormale rigidità, sfociavano in qualcosa di sicuramente patologico. Attualmente questo disturbo non è ancora riconosciuto come patologia psichiatrica (alimentare), come lo sono l'anoressia e la bulimia, per cui non è annoverato nel DSM (manuale diagnostico e statico dei disturbi mentali).
Tuttavia, la frequenza ormai palese di soggetti accomunati da comportamenti alimentari "sregolati nell'eccessiva regola", fa di tale fenomeno uno dei malesseri che meglio rappresentano il disagio sociale della ricerca spasmodica della perfezione fisica, o dell'ipocondria generale verso tutto ciò che può essere 'contaminato' da qualsiasi componente non ritenuta 'naturale' o 'buona'.
Ma chi è l'ortoressico? Molto semplice: colui che è letteralmente ossessionato dalla composizione chimico-biologica degli alimenti, nonché dalla componente calorica in termini soprattutto di grassi e zuccheri, colui che perde ore nei supermercati confrontando spasmodicamente etichette di prodotti alla ricerca disperata di quello 'più dietetico o più sano', colui che si priva senza rimorso, ma anzi con grande gratificazione per la propria 'coerenza', di cene ed uscite con amici, anche della classica pizza domenicale o del party di compleanno del migliore amico, terrorizzato dalla possibilità di dover mangiare qualcosa che non rientri nel proprio stile alimentare impeccabile. L'argomento che sta più a cuore all'ortoressico, quello che dà l'input al comportamento patologico vero e proprio, riguarda, oltre all'apporto calorico, la supposta dannosità di prodotti coadiuvanti in agricoltura (pesticidi ecc), la presunta tossicità di leghe metalliche utilizzate nella produzione di pentolame e scatolame, l'abuso di materie plastiche nella conservazione dei cibi, la potenziale pericolosità dei forni a micro-onde, e i danni organolettici sugli stessi alimenti provocati dalla surgelazione o da alcuni tipi di cottura.
Il termine Ortoressia deriva dal greco 'orthos' (sano, corretto) e 'orexis' (fame, appetito); è stato coniato nel 1997 dal medico nutrizionista britannico Steven Bratman, che per primo diagnosticò questo particolare disturbo alimentare proprio su se stesso. Egli si rese consapevole di alcuni suoi comportamenti estremizzati relativi all'alimentazione che, a causa della loro ripetitività ed anormale rigidità, sfociavano in qualcosa di sicuramente patologico. Attualmente questo disturbo non è ancora riconosciuto come patologia psichiatrica (alimentare), come lo sono l'anoressia e la bulimia, per cui non è annoverato nel DSM (manuale diagnostico e statico dei disturbi mentali).
Tuttavia, la frequenza ormai palese di soggetti accomunati da comportamenti alimentari "sregolati nell'eccessiva regola", fa di tale fenomeno uno dei malesseri che meglio rappresentano il disagio sociale della ricerca spasmodica della perfezione fisica, o dell'ipocondria generale verso tutto ciò che può essere 'contaminato' da qualsiasi componente non ritenuta 'naturale' o 'buona'.
Ma chi è l'ortoressico? Molto semplice: colui che è letteralmente ossessionato dalla composizione chimico-biologica degli alimenti, nonché dalla componente calorica in termini soprattutto di grassi e zuccheri, colui che perde ore nei supermercati confrontando spasmodicamente etichette di prodotti alla ricerca disperata di quello 'più dietetico o più sano', colui che si priva senza rimorso, ma anzi con grande gratificazione per la propria 'coerenza', di cene ed uscite con amici, anche della classica pizza domenicale o del party di compleanno del migliore amico, terrorizzato dalla possibilità di dover mangiare qualcosa che non rientri nel proprio stile alimentare impeccabile. L'argomento che sta più a cuore all'ortoressico, quello che dà l'input al comportamento patologico vero e proprio, riguarda, oltre all'apporto calorico, la supposta dannosità di prodotti coadiuvanti in agricoltura (pesticidi ecc), la presunta tossicità di leghe metalliche utilizzate nella produzione di pentolame e scatolame, l'abuso di materie plastiche nella conservazione dei cibi, la potenziale pericolosità dei forni a micro-onde, e i danni organolettici sugli stessi alimenti provocati dalla surgelazione o da alcuni tipi di cottura.
Personalmente mi capita di chiacchierare spesso con persone sicuramente ortoressiche, soprattutto in palestra, dove, appunto, la perfezione della nutrizione va di pari passo con l'ossessione per l'allenamento e col fenomeno della bigoressia (già descritta in un altro mio articolo).
Io credo che l'antica frase latina 'In medio stat virtus' valga moltissimo anche nel campo alimentare, dove purtroppo, sia per ignoranza che per superficialità e pigrizia, si insidiano informazioni sbagliate o che vengono recepite in modo scorretto e a propria convenienza.
La cosa più strana e davvero sconvolgente è il paradosso di alcune situazioni in cui mi imbatto frequentemente, come per esempio quella del fumatore incallito che si riempie di integratori antiossidanti o cibi biologici e assolutamente sani, con l'illusione di trovare in essi un elisir di lunga vita, oppure coloro che, puntualmente, si trastullano in fiumi di alcool ogni weekend ma quotidianamente masticano solo foglie verdi vegetali o frutta e verdura perché 'in armonia con uno stile di vita 'sano''...
Incoerenza ed incongurenza a parte, è l'aspetto sociale, oltre a quello fisico, a preoccupare, dato che da sempre una tavola imbandita a festa per un evento particolare, che sia un matrimonio, il Natale o la semplice cena di fine anno coi colleghi, rappresenta un'occasione per stare insieme, confrontarsi, relazionarsi. Insomma, da sempre il cibo e il 'mangiare', rappresentano anche un importantissimo fattore di coesione e partecipazione sociale. Fattore che viene categoricamente escluso e tagliato fuori dall'ortoressico, che non scenderebbe mai a compromessi per non trasgredire la sua regola alimentare.
La cosa più strana e davvero sconvolgente è il paradosso di alcune situazioni in cui mi imbatto frequentemente, come per esempio quella del fumatore incallito che si riempie di integratori antiossidanti o cibi biologici e assolutamente sani, con l'illusione di trovare in essi un elisir di lunga vita, oppure coloro che, puntualmente, si trastullano in fiumi di alcool ogni weekend ma quotidianamente masticano solo foglie verdi vegetali o frutta e verdura perché 'in armonia con uno stile di vita 'sano''...
Incoerenza ed incongurenza a parte, è l'aspetto sociale, oltre a quello fisico, a preoccupare, dato che da sempre una tavola imbandita a festa per un evento particolare, che sia un matrimonio, il Natale o la semplice cena di fine anno coi colleghi, rappresenta un'occasione per stare insieme, confrontarsi, relazionarsi. Insomma, da sempre il cibo e il 'mangiare', rappresentano anche un importantissimo fattore di coesione e partecipazione sociale. Fattore che viene categoricamente escluso e tagliato fuori dall'ortoressico, che non scenderebbe mai a compromessi per non trasgredire la sua regola alimentare.
Come per l'anoressia, tutto inizia in modo naturale, apparentemente giusto, quello cioè di voler controllare l'alimentazione al fine di prevenire malattie croniche, o perdere peso o semplicemente migliorare lo stato generale della salute, o ancora di ausiliare un programma di allenamento che miri alla costruzione di un corpo in forma, che sia quello ipertrofico del culturista o quello tonico ma armonico ed asciutto di una ballerina. La sostanziale differenza tra ortoressia, bulimia ed anoressia è che l'attenzione, nella prima, è rivolta esclusivamente alla qualità del cibo, piuttosto che alla quantità, come avviene per le altre due patologie menzionate.
Il passo dalla corretta e sana alimentazione alla patologia di carattere prettamente psicologico, ahimè, è spesso molto breve. Dei casi estremi e molto pericolosi si verificano soprattutto quando si tratta di adolescenti in via di sviluppo, che necessitano più che mai di alimenti 'fondamenta' per la calcificazione ossea, la costruzione muscolare, l'assestamento metabolico ecc... o, peggio ancora, quando si tratta di donne in gravidanza che si privano di alimenti fondamentali per il nutrimento e la salute del nascituro e che poi si rifiutano di allattare dal seno o di somministrare al neonato latte in polvere, perché convinte che in essi ci siano principi chimici potenzialmente dannosi.
Purtroppo anche questa, a mio parere preoccupante, realtà viene spesso confusa con forza d'animo nel seguire lo stile di vita scelto, perché di tale si tratta, dato che lo stile alimentare finisce poi, inevitabilmente, col confluire nella vita sociale dell'individuo.
Ritengo necessario che ognuno di noi, in merito al fenomeno dell'ortoressia - ma anche ad altri di più comune frequenza, come obesità, colesterolo, anoressia, bulimia, malattie cardiovascolari, diabete ecc... - debba informarsi su regole molto semplici ma fondamentali per la corretta alimentazione, che come tutti sappiamo sta alla base del benessere. Non è affatto difficile, né tantomeno una peculiarità di laureati o esperti nel settore, data la vastità di articoli, testi, riviste e siti web disponibili per chiunque abbia voglia di sapere cosa mangiare e come mangiare, dedicare alla propria cura anche solo 10 minuti al giorno nella lettura o nella buona informazione.
Purtroppo anche questa, a mio parere preoccupante, realtà viene spesso confusa con forza d'animo nel seguire lo stile di vita scelto, perché di tale si tratta, dato che lo stile alimentare finisce poi, inevitabilmente, col confluire nella vita sociale dell'individuo.
Ritengo necessario che ognuno di noi, in merito al fenomeno dell'ortoressia - ma anche ad altri di più comune frequenza, come obesità, colesterolo, anoressia, bulimia, malattie cardiovascolari, diabete ecc... - debba informarsi su regole molto semplici ma fondamentali per la corretta alimentazione, che come tutti sappiamo sta alla base del benessere. Non è affatto difficile, né tantomeno una peculiarità di laureati o esperti nel settore, data la vastità di articoli, testi, riviste e siti web disponibili per chiunque abbia voglia di sapere cosa mangiare e come mangiare, dedicare alla propria cura anche solo 10 minuti al giorno nella lettura o nella buona informazione.
Attenzione, prevenzione e, perché no, coerenza e rigidezza nel seguire uno stile alimentare sono estremamente utili, purché esso sia 'realmente' sano e corretto, previa informazione e consulto medico e purcé non debiliti l'individuo sia nello stesso benessere a cui tanto ambisce, sia nella vita sociale di cui fa e deve far parte per considerarsi, a tutti gli effetti, una persona sana.
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