lunedì 31 agosto 2015

Bardana, un ottimo rimedio naturale contro i brufoli...

Bardana, un ottimo rimedio naturale contro i brufoli
Tra le mille proprietà della bardana, una pianta praticamente ubiquitaria al di sotto dei 1.700 metri d’altezza, grande attenzione ha sollevato la sua capacità di regolare pelle e produzione di sebo. Per questo motivo, l’erba è da sempre un ottimo rimedio naturale per la contenzione di acne e brufoli. Come funziona e quali sono le possibilità d’assunzione?
Le caratteristiche della bardana, conosciuta anche come Arctium lappa in gergo scientifico, sono state già presentate in un precedente intervento. In questo frangente, di conseguenza, ci si concentrerà solo su quegli elementi che possono giovare alla salute della pelle, grazie alle peculiarità antibatteriche e antimicotiche che la pianta dimostra. Di seguito, tutte le indicazioni.

Bardana e acne: le proprietà

Bardana, fiore
Bur thorny flower. (Arctium lappa) on green background via Shutterstock
La bardana è una pianta erbacea dalle grandi radici e dal fusto cespuglioso, caratterizzata per fiori violacei o porpora, disposti in forma di tubuli. Agli scopi terapeutici si utilizzano principalmente le radici, ma non si esclude nemmeno il ricorso a foglie, fusto, inflorescenze e agli stessi fiori. Dal potere depurativo e diuretico, a livello di cosmesi e cura della pelle la bardana esplica la sua efficacia grazie ad alcuni principi attivi. Innanzitutto le mucillagini che, come si è già visto per la malva, hanno un potere lenente su irritazioni e arrossamenti grazie alla loro capacità di creare un’invisibile barriera protettiva contro gli agenti esterni. Poi l’arctiopicrina, una sorta di antibiotico naturale essenziale per ridurre la colonizzazione batterica spesso responsabile dell’acne. Quindi l’acido arctico, per favorire la cicatrizzazione della pelle, e l’inulina con potere antifungino.
L’acne è una malattia a carico della pelle che prevede, per le più svariate cause, l’irritazione di un follicolo pilifero, con l’occlusione dei pori, l’infezione dei condotti e la successiva formazione di un foruncolo ricolmo di sebo, pus e altri elementi di scarto dell’epidermide. La forma adolescenziale non deve creare particolari preoccupazioni, sebbene necessiti comunque di un controllo dermatologico: la modifica ormonale dovuta alla sopraggiunta pubertà, infatti, aumenta la produzione di sebo e la formazione di brufoli. L’acne può però persistere, e con forme particolarmente gravi, in età adulta. In questo caso, i soggetti affetti non solo si devono esporre all’imbarazzo di fastidiosi inestetismi, ma anche al rischio di macchie perenni o cicatrici.
Da adulti l’acne è frequentemente dovuto a infezioni batteri che profonde e si manifesta, oltre che sul viso, spesso anche su collo e spalle. Negli uomini, inoltre, può essere sovente presente anche su torso e schiena, data la maggiore distribuzione di follicoli piliferi, quindi più inclini all’accumulo di sebo. In questo caso, però, andrà distinto il foruncolo d’acne da altre formazioni dovute invece ai peli incarniti. Il trattamento può prevedere antibiotici, creme o altre modalità come ad esempio il laser, di conseguenza il parere di un dermatologo è imprescindibile prima di assumere la bardana, anche per non vanificare eventuali cure in corso.

Bardana secca
Burdock sunlight Arctium lappa bur dry noodle web at dawn of spring via Shutterstock
La bardana per la cura dell’acne è solitamente disponibile in infuso, decotto,tintura madre o integratori in compresse. L’utilizzo è sia interno, per depurare l’organismo, che esterno con l’applicazione topica. Per le dosi e le modalità di applicazione, essendo il problema dei brufoli molto variabile da individuo a individuo, bisogno far affidamento al medico curante, al dermatologo e all’erborista di fiducia. Ma come agisce nel controllo della patologia? Di seguito, i principali meccanismi:
  • Azione antibiotica: le proprietà antibiotiche della bardana, specificate dal già citato principio attivo arctiopicrina, riducono la presenza di batteri a livello epidermico, portando non solo immediato sollevo, ma riducendo il numero di brufoli e la loro comparsa a ripetizione nel tempo;
  • Azione cicatrizzante: soprattutto quando le formazioni sono molto importanti, l’acne può dar luogo a cicatrici – dei veri e propri solchi sulla pelle del viso – e a macchie. La bardana riduce questa possibilità: l’acido arctico stimola la naturale capacità di rigenerazione cellulare della pelle. Anche qualora i danni fossero già comparsi, il rimedio aiuta nel tempo a renderne l’evidenza meno percepibile;
  • Azione lenente: l’acne è spesso accompagnato da rossore e irritazione, ma anche da un insopportabile prurito. Le mucillagini presenti nella bardana aiutano la pelle ad autoregolarsi, a ridurre rossore, gonfiore e dolore;
  • Azione anti-comedogenica: l’applicazione topica favorisce la naturale depurazione dei pori, evitando l’accumulo di residui di pelle, l’occlusione e la formazione di brufoli e punti neri.
Il rimedio è solitamente ben tollerato, soprattutto in applicazione topica, ma ne è sconsigliato l’uso nei pazienti che assumono farmaci per il controllo della glicemia, perché ne potrebbe potenziare gli effetti.

giovedì 27 agosto 2015

Ecco perché mangiare i capperi fa bene alla salute...

Ecco perché mangiare i capperi fa bene alla salute...


capperi
Dal sapore deciso, per dare carattere ai sughi, alle pizze e ad altre preparazioni gastronomiche, i piccoli capperi racchiudono delle proprietà incredibili, molto utili dal punto di vista erboristico.
La pianta, il cui nome scientifico è Capparis Spinosa, appartiene alla famiglia delle Capparidaceae. I suoi fiori possono essere rosa e bianchi e sono molto profumati. All’interno dei boccioli dei fiori risiedono queste piccole perle commestibili, utilizzate per arricchire i piatti della nostra tavola.
La raccolta dei capperi avviene nei mesi estivi in coincidenza con il periodo di fioritura della pianta, non appena i boccioli germogliano.
Come dicevamo, le proprietà dei capperi non si riducono semplicemente alle loro qualità organolettiche, ma risiedono soprattutto nelle sostanze contenute, molto utili nel trattamento di particolari disturbi.
Innanzitutto, una delle caratteristiche più importanti è la grande quantità in essi contenuta di quercetina, un antiossidante naturale che protegge e rafforza il sistema circolatorio, contrastando varici, emorroidi e gotta.
I capperi contengono varie sostanze nutritive importanti per il nostro organismo e per il supporto delle sue funzioni essenziali, come la vitamina A, la vitamina C e le vitamine del gruppo B, ma anche sali minerali come calcio, potassio, ferro e fosforo.
Uno degli aspetti più curiosi è che questo alimento racchiude in sé dei principi attivi che mitigano l’azione degli allergeni di varia natura, come ad esempio il polline, la polvere e alcuni agenti chimici.
La scoperta è arrivata da alcuni studi condotti qualche anno fa dai ricercatori dell’Università di Catania, che si sono accorti dell’elevato potere dei capperi nel proteggere l’organismo dagli allergeni, sostenendo il sistema immunitario e favorendo la funzionalità delle vie respiratorie. Un aiuto che varrebbe non solo nella fase acuta, ma anche nella prevenzione della risposta allergica.

Durante la ricerca, i principi attivi dei capperi sono stati impiegati per ottenere un rimedio in grado di ridurre i sintomi delle più comuni allergie, insieme a foglie d’olivo, ribes nigrum e radice di liquirizia.
Consumare capperi avrebbe però un effetto protettivo anche sui condrociti (le cellule che formano le cartilagini). Questo li rende un ottimo integratore naturale per chi pratica sport, per le donne in menopausa, gli anziani e chi in genere soffre di un deterioramento del tessuto cartilagineo.
I flavonoidi in essi contenuti, come quercetina e  kaempferol, un flavonoide che è stato chimicamente isolato anche nei broccoli, nel tè verde, nell’uva e nei cavoli, attribuiscono a questo alimento un forte potere antinfiammatorio.
I capperi sono molto salati, per questo possono essere controindicati a chi soffre di ipertensione. Prima di consumarli è sempre bene eliminare una buona parte del sale, mettendoli a bagno anche per un’ora.
capperi migliori sono quelli conservati sotto sale, che garantisce la migliore conservazione delle proprietà organolettiche dell’alimento, in quanto evita l’utilizzo di altri additivi spesso aggiunti nelle conserve sott’aceto.
Della pianta si consumano anche le foglie, che vengono raccolte, sbollentate e preparate in insalata con altre verdure.


(Foto: superfoods.gr)
fonte: ambientebio.it

giovedì 20 agosto 2015

Vegano significato: ecco cosa si intende...


Chiamiamo vegano chi adotta una dieta e uno stile di vita che va ad escludere l’uso di prodotti di origine animale, non solo per quanto concerne l’alimentazione, ma anche in qualsiasi altro ambito, come ad esempio l’abbigliamento o anche lo spettacolo.
vegani dunque non mangiano carne e pesce, proprio come i vegetariani. Ma abbiamo una differenza tra le due filosofie di vita: i vegani non utilizzano neppure alcun prodotto nè si cibano di alimenti realizzati attraverso un qualsiasi sfruttamento diretto di animali.
Essere vegani significa proprio adottare la scelta di impegnarsi a non nuocere agli animali e non trattarli come oggetti e merce.
La scelta vegan è etica: è giusto rispettare la vita degli animali e non ucciderli per il nostro piacere personale.
vegani sostengono che questo particolare stile di vita oltre ad essere giusto, è il futuro, è facile ed è adatto a tutti. Non è da eroi.

giovedì 13 agosto 2015

Gli alimenti che disintossicano...

Gli alimenti che disintossicano







Il cibo come medicina, un concetto che nell’antichità trovava i suoi solidi fondamenti, insieme alla medicina erboristica, nella cura di gran parte delle malattie altrimenti non debellabili. L’alimentazione anche come forma di prevenzione e cura, in antitesi alle problematiche causate invece dalla “cattiva” alimentazione, a partire da sovrappeso e obesità, alle malattie cardiovascolari, fino a comuni disturbi come colesterolo alto e stipsi.
Tutti i gruppi alimentari hanno al loro interno dei “campioni” che hanno capacità superiori ad altri nell’attivare un’azione depurativa e disintossicante. Proprio con questi cibi si possono costruire delle strategie per sentirsi in forma e per evitare che piccoli disturbi possano trasformarsi in vere e proprie patologie. Eliminare le tossine stimolando energia naturale dell’organismo e recuperare la funzionalità degli organi del corpo, come fegato, stomaco e intestino, questo è il pregio dei cibi “spazzino”.


DISINTOSSICARE IL FEGATO

Un fegato pigro o intossicato influenza la salute dell’intero organismo, rallentando le funzioni principali come quelle intestinali, influendo negativamente sull’umore, sul peso e sulla salute della pelle e debilitando il sistema immunitario.
In realtà la prima strategia alimentare per depurare il fegato non viene dal cibo ma dall’acqua. Un consumo di grandi quantità d’acqua, dai due ai tre litri al giorno, è l’ideale. In particolare le acque più ricche di sali come magnesio e calcio stimolano la bile e svolgono un’azione “pulente” su questo importantissimo organo, da considerarsi come la sentinella della nostra salute.
Le strategie alimentari in questo caso prevedono di ridurre l’introduzione di calorie nelle ore pomeridiane e serali, per rispettare i naturali processi del fegato. Vanno eliminati i grassi saturi e preferiti i cibi amari, come indivia, cicoria, carciofi, broccoli, dall’azione drenante e stimolante. Importante poi introdurre alimenti contenenti acidi grassi insaturi, come la frutta secca, in particolare quando al fegato “appesantito” si associano sintomi come stitichezza e mancanza di energia. Consigliabile il consumo di frutta dalle proprietà disintossicanti come limoni, fichi, mele e uva.


RIGENERARE LA PELLE

Lo stato della pelle è legato allo stato del metabolismo e soprattutto alla capacità dell’organismo di eliminare le tossine. Un’idratazione ottimale della pelle che arrivi dall’interno del corpo è la base per avere un aspetto gradevole e salutare. Gli alimenti in grado di stimolare il sistema linfatico e le funzioni intestinali per eliminare le tossine, e migliorare di conseguenza l’aspetto della pelle, sono quelli contenenti antiossidanti, provitamina E ed A, potassio, vitamina B6, B9 e C e fibre. Una  carta d’identità che corrisponde ad alcuni tipi di verdure come la scorzonera, il soncino, i porri, la barbabietola. Questo poker di verdure è riconosciuto  come un toccasana interno efficace per idratare la pelle che, oltre all’acqua, ha bisogno anche di nutrimento. I cibi antirughe, ovvero che hanno grandi quantità di vitamina E, rame e selenio, sono in particolare la frutta secca: mandorle, noci, nocciole, pinoli, olive.


DEPURARE L’INTESTINO

Un intestino poco funzionante o interessato a piccole e grandi patologie, come coliti, meteorismo e stitichezza, si manifesta attraverso uno stato di intossicazione e di malessere generale, che può diventare cronico. È fondamentale avere un intestino sano perché solo in questo modo possono essere ben assorbiti gli importanti nutrienti dei cibi, come vitamine, sali minerali e oligoelementi. I cibi utili a purificare questo importante organo sono quelli di facile assorbimento, contenenti sì fibre ma associate a grosse quantità di acqua e vitamine. I cibi amici dell’intestino devono avere inoltre discrete quantità di magnesio e zinco, oligoelementi che favoriscono sia la motilità del tratto superiore dell’intestino, sia la vitalità della flora batterica benefica in grado di contrastare sgradite fermentazioni.
Utili sono mele, pere, uva, ben masticate o anche sotto forma di centrifugati o frullati. Ma anche zucca, zucchine e cuori di palma. Yogurt o  latte  sono utili per “spazzare via” dall’intestino le tossine e contrastare la stitichezza. Nella quantità di almeno 250 grammi al giorno, lontano dai pasti, sono entrambi efficaci nelle intossicazioni intestinali provocate da abuso di lassativi e nelle stitichezze croniche accompagnate da difficoltà digestive e sonnolenza post prandiale.


I “DEPURATORI” IN DISPENSA

•    Mela: proprietà
Disintossicante: particolarmente ricca di acido malico, acido tartarico, magnesio, zinco, niacina e vitamina C, tutte sostanze che favoriscono i processi di depurazione. Utile quando si ha qualche chilo di troppo con problemi di ritenzione idrica. Per la ricchezza di oligoelementi, la mela è consigliata nei processi depurativi delle persone che soffrono di astenia. Tra le tante varietà di mele, la Stayman e le Granny Smith, sono quelle dotate di maggiori proprietà depurative.
Anticolesterolo: per chi ha colesterolo alto, grazie alla presenza di pectina di cui questo frutto è molto ricco, è un alimento utile per abbassare i valori e proteggere le arterie.
Stimola le funzioni epatiche: chi ha difficoltà digestive dovrebbe preferire le varietà Renetta e Royal Gala per la loro facile digeribilità.
Combatte la fragilità capillare: le Delicius rosse, mangiate con la buccia, sono diuretiche e utili per le persone con problemi circolatori e fragilità capillare.
Consumo: la mela è ideale a colazione o a merenda da mangiare come semplice frutto, in macedonie di frutta fresca o anche a pezzi con fiocchi d’avena e latte vaccino o “vegetale” (riso, avena, soia) come colazione corroborante. A pasto è consigliata in insalata, con rucola, valeriana o grattugiata insieme alle carote e condita con un buon olio extravergine d’oliva, poco sale e succo di limone.
•    Limone: proprietà
Contrasta acido urico e colesterolo: acido citrico, vitamina C e P, citrato di calcio e di   potassio sono il mix di sostanze che aiutano ad abbassare i livelli di colesterolo cattivo e ad eliminare le tossine.
Digestivo: aiuta a eliminare le tossine nell’organismo derivanti dal consumo di cibi grassi, alcol e alimenti eccessivamente proteici. Gli effetti sono molteplici: favorisce i processi digestivi e contribuisce a rivitalizzare la pelle che risente di una cattiva alimentazione.
Antiossidante: può essere un alleato formidabile negli anziani poiché le sostanze in esso contenute contrastano la formazione di radicali liberi responsabili dei processi di invecchiamento. Utile anche per coloro che sono costretti a un elevato consumo di farmaci per l’azione disinfettante protettiva e disintossicante, che svolge questo frutto sull’apparato gastrointestinale.
Preventivo antinfluenzale: il notevole contenuto di vitamina C lo rende un alimento ideale da consumare a livello preventivo a partire da settembre, contro le sindromi influenzali e tutte le affezioni tipiche dei mesi invernali.
Consumo: una semplice ed efficace cura del limone può essere fatta consumando il succo di un limone diluito con poca acqua naturale calda, tutte le mattine a digiuno, per un’intera stagione. Se si hanno problemi di fegato, la medicina ayurvedica consiglia, dopo aver bevuto il succo, di coricarsi sul fianco destro, dalla parte del fegato, per 15 minuti.
•    Germogli: proprietà
Vitaminici: i germogli, di qualunque tipo, sono un cibo detossinante e allo stesso tempo energetico con un modestissimo apporto calorico. Si possono considerare una vera e propria bomba vitaminica. In particolare sono presenti le vitamine A facilmente assimilabili dall’organismo.
Ricostituenti: sono benefici per le donne in gravidanza, le persone convalescenti, e chi soffre di lievi forme depressive, per il loro elevato potere corroborante e stimolante.
Consumo: meglio consumarli crudi in insalata.
•    Ceci: proprietà
Antidepressivi: ricchi di triptofano e arginina, aminoacidi strettamente legati alla produzione di serotonina, agiscono sul tono dell’umore e aiutano a ritrovare energia.
Controllo del colesterolo: energetici e più ricchi di acidi grassi, rispetto agli altri legumi, sono utili per contrastare l’eccesso di colesterolo nel sangue e i trigliceridi.
Consumo: per un’azione rinforzante e depurativa è consigliabile consumarli tre volte alla settimana. Vanno bene sia secchi, cotti in quanto i livelli di aminoacidi e restano alti anche con l’essiccazione e la cottura in tutti i legumi e in     particolare nei ceci. In insalata o come ingrediente di pasta, riso, zuppe, minestre e passati.
•    Avena: proprietà
Stimola il metabolismo: è il cereale più ricco in acido oleico e ha un’elevata percentuale di acido linoleico, uno tra gli acidi grassi essenziali più importanti dal punto di vista nutrizionale. Ricca di proteine (10-16% della sua composizione), contiene anche molta lisina, un composto organico dalle alte capacità depurative e potente attivatore del metabolismo. È indicato a chi ha il sistema immunitario debilitato e tende ad ammalarsi facilmente per la facilità di assorbimento dei minerali e delle vitamine contenute, in particolare l’acido pantotenico e la tiamina che stimolano il metabolismo e accelerano i processi depurativi.
Regolatore intestinale: un altro componente prezioso è l’avenina, che favorisce le soluzioni intestinali e stimola la funzionalità epatica.
Adatta ai diabetici: è un alimento indicato anche a chi soffre di diabete. I prodotti da forno a base di questo cereale, tipo pane, cracker e biscotti, danno energia ma non alterano il livello glicemico.
Consumo: i fiocchi d’avena possono essere consumati a colazione nel latte. Ideale anche per preparare morbide creme con aggiunta di latte o brodo vegetale ma anche per minestre e minestroni a come ingrediente per ripieni.




fonte :www.cucina-naturale.it

mercoledì 12 agosto 2015

La farina bianca come colla nell’intestino. Ecco il rimedio...

La farina bianca come colla nell’intestino. Ecco il rimedio


La farina bianca come colla<br /> nell’intestino. Ecco il rimedio
(c.a.) – La colla si attacca alle pareti intestinali, rallentano il flusso del cibo, generando fermentazioni (degli zuccheri) e putrefazioni (delle proteine) e quindi un aumento delle tossine nel corpo che provoca stanchezza, nervosismo, mal di testa, malassorbimento dei nutrienti, predisposizione alle malattie e nel lungo tempo può essere causa di problemi davvero seri.
Che la farina bianca formi una colla è facile da scoprire: basta mescolarla con un po d’acqua e vedere come rimane appiccicata alle mani e si indurisca.
Viene chiamata Colla di Farina ed è usata per la produzione di cartapesta e lavori fai da te.
colla-intestino1

IL NOSTRO ORGANISMO E’ COME UN SISTEMA IDRAULICO
Se osserviamo il corpo umano noteremo che ospita un complicatissimo apparato idraulico, con una grande quantità di tubi e tubicini in cui circolano i liquidi del corpo: principalmente sangue e linfa. Vi sono alcuni alimenti che, durante la digestione, diventano una specie di colla, detta muco, capace di attaccarsi alle pareti intestinali ed altre condutture organiche, e ricoprirle con uno strato sempre più spesso.
Il muco intestinale, sostanzialmente, è il risultato di anni ed anni di accumulo di sostante organiche collose sulle pareti dell’intestino. Si pensi che, mediante autopsia, si è riscontrata in certe persone una presenza di muco ammontante fino a 7-8 kg.” Prof. Arnold Ehret, autore di best-seller mondiali sull’alimentazione.
L’INTESTINO E’ LA CHIAVE DELLA SALUTE
In questa sorta di colla trovano riparo e proliferano i parassiti e la Candida(un lievito molto pericoloso per la nostra salute).  Questi prodotti a base di farina e zucchero alimentano e fanno sviluppare la flora batterica nociva con conseguenze enormi.
Questo squilibrio intestinale genera moltissimi problemi. Il famoso medico americano  Norman Walker affermava che tutte le malattie hanno inizio dall’intestino. Infatti in esso troviamo la maggior parte del sistema immunitario, è l’apparato che ci fornisce di energia e che digerisce e produce lo scarto a partire dal cibo. Se l’apparato gastro-intestinale smette di funzionare tutta la nostra vita fisica e mentale ne sarà enormemente danneggiata.
Infatti è stato dimostrato che il nostro umore dipende dalla flora batterica e la serotonina, l’ormone del benessere, è prodotta per il 95% proprio a livello intestinale.
LA FARINA CHE CONOSCIAMO E’ UNA INVENZIONE MODERNA
La farina che riteniamo essere normale in realtà non ha più di 60 anni, prima la farina normale era quella integrale!
La farina bianca è privata della crusca e del germe di grano e inoltre per renderla bianca in modo omogeneo,  viene trattata con sbiancanti chimici come l’ossido di azoto, di cloro e il perossido di benzoile miscelato con sali chimici vari, addirittura l’ossido di cloro combinandosi con le proteine, ancora presenti nel chicco può dare origine alla allossana, sostanza utilizzata per provocare il diabete in animali da laboratorio. Cosa che spiega anche l’esplosione di malati di diabete negli ultimi anni.
Vengono aggiunti anche additivi chimici per impedire che si formino dei grumi e che si sviluppino larve di insetto. Il Prof. Berrino ha detto bene definendola il più grande veleno della storia.
PERCHE’ E’ STATA INTRODOTTA LA FARINA BIANCA
La farina integrale ha dei tempi diversi, più lunghi, è più delicata nella lievitazione,non consente di produrre determinati prodotti, come quelle ricette che richiedono sottilissimi strati di pasta (come la pastasfoglia, i borlenghi, i bignè). Uno dei motivi principali è che si può conservare a lungo perché è molto difficile che gli insetti si riproducano, come mai? Perché è quasi priva di qualunque valore nutritivo come vitamine, minerali, enzimi.
Secondo alcuni autori il problema della colla intestinale riguarda, in maniera maggiore o minore, tutti i cibi contenenti glutine. Il mio consiglio è di mangiarne una quantità moderata accompagnata da verdure e del buon olio di oliva lubrificante.

CONCLUSIONE
La frutta, la verdura e i semi sono alimenti che sciolgono e scrostano questa colla. Il nostro corpo è un tempio e quindi non dobbiamo metterci quello che meriterebbe solo la spazzatura. Il nostro corpo merita il cibo migliore, il cibo che da forza e non che appesantisce e fa abbioccare dopo mangiato. Il nostro corpo merita di fare attività fisica, che riattiva tutto il sistema immunitario, linfatico e digerente, ed è l’attività che ha permesso all’uomo di procurarsi il cibo e scappare dai pericoli durante la sua evoluzione.
Tornando all’alimentazione originali, tornando ai cibi autentici il tuo corpo starà meglio, e con te anche il pianeta.


martedì 11 agosto 2015

I benefici e le proprietà dell'Assenzio...

I benefici e le proprietà dell'Assenzio 



L'Assenzio, il cui nome scientifico è Artemisia absinthium, appartiene alla famiglia delle Asteraceae (Compositae). Conosciuta fin dai tempi antichi, veniva usata in medicina per le sue proprietà terapeutiche. In passato l'Assenzio fu spesso associato agli scrittori ed agli artisti parigini del Decadentismo e per la popolarità che ebbe in Francia fino alla sua proibizione nel 1915.

L'etimologia del termine Artemisia non è sicura ma sembrerebbe derivare da Artemisia, consorte di Mausolo, re di Caria. Secondo altri studi, invece, potrebbe derivare dalla dea della caccia Artemide, oppure da una parola greca ”artemes” (il cui significato letterale è sano) alludendo alle proprietà medicamentose delle piante del genere Artemisa.
L'Assenzio è una pianta perenne, ha radici a fittoni e un fusto dritto color argento, può raggiungere il metro di altezza e le sue foglie sono grandi di un colore verde-grigiastro sopra e bianche sotto. I suoi fiorellini sono di colore giallo pallido e fiorisce da luglio a settembre.


Le proprietà dell'Assenzio

Il suo frutto è un achenio e la pianta contiene olio essenziale, absintina, resine, tannino, acidi, nitrati. Inoltre contiene moltissimo tujone, ma questo viene perso quasi tutto durante l’essiccazione.
L’Assenzio è stato usato molto per le sue proprietà toniche, stimolanti, vermifughe, antielmintiche, antipiretiche e emmenagoghe.


Cosa e come si utilizza l'Assenzio

Le parti utilizzate dell'Assenzio sono i fiori e le foglie essiccati entrambi all’ombra. Si utilizzano per farne un decotto o un infuso che è un ottimo stimolante dell’appetito e aiuta la digestione. Le sue proprietà antipiretiche lo rendono un rimedio per la febbre e per i dolori mestruali. 
Per curare i vermi intestinali è possibile farne dei cataplasmi o dei clisteri, ottenuti dalla cottura di assenzio e aglio. 

L'Assenzio si può usare su piccole ferite, per aromatizzare i liquori e condire pietanze, ma in piccolissime quantità visto il suo sapore particolarmente amaro.
L’abuso di Assenzio provoca intossicazione, per questo motivo in alcuni paesi è stata vietata la vendita del liquore prodotto con questa pianta per quasi 100 anni: è il caso della Svizzera, paese di origine della bevanda alcolica.


lunedì 10 agosto 2015

scarola,proprietà e valori nutrizionali...


Scarola,proprietà e valori nutrizionali

Risultati immagini per scarola

Generalità sulla scarola

La scarola (o indivia scarola) è una varietà di indivia (come ad es. l'insalata Belga) appartenente alla Famiglia delle Asteraceae, Genere Cichorium, Specie endivia, varietàlatifolium; la nomenclatura trinomiale della scarola è Cichorium endivia latifolium.
La scarola si presenta come un'insalata a cespo aperto, di colore vede chiaro (o giallino) al vertice delle foglie e bianco sul fusto. Al centro, la scarola racchiude fittamente piccole foglie chiare dette "cuore" del cespo. Alcune varietà di scarola vengono "forzate" per ottenere un colore ancora più pallido; tale pigmentazione può essere indotta legando le foglie esterne e proteggendo il cuore dai raggi solari.
In pieno sviluppo, la scarola cresce in altezza e produce alcune infiorescenze seguite da frutti (o acheni); questi ultimi, comunemente detti semi di scarola, sono piccoli, allungati e di color grigio. E' possibile trapiantare i semi di scarola (a 40cm x 30cm di distanza) anche nell'agricoltura biologica casalinga (magari sviluppandoli prima in semenzaio), ragion per cui è eventualmente consigliabile lasciar andare "in cannone" (pieno sviluppo fruttifero) almeno una pianta della coltivazione precedente.
Composizione nutrizionale dell'Indivia (GENERICO, riferito alla scarola e all'indivia riccia) - Tabelle di Composizione degli Alimenti INRAN
Insalata Belga Valori nutrizionali

Valori nutrizionali (per 100 g di parte edibile)

Parte edibile
69,0%
93,0g
0,9g
Lipidi TOT
0,3g
- g
- g
- g
0,0mg
2,7g
0,0g
2,7g
1,6g
16,0kcal
10,0mg
380,0mg
1,7mg
Calcio
93,0mg
31,0mg
0,05mg
0,30mg
0,5mg
213,0µg
35,0mg
- mg
In campo aperto, la scarola è seminata nel periodo di fine estate (luglio-agosto) ed è pronta ad essere colta in autunno; solo dove le temperatura non scende vertiginosamente, il prelievo può estendersi fino alla fine dell'inverno. La scarola è quindi di un ortaggio autunno-invernale, eccellente per ottemperare alle necessità vitaminiche e saline nel periodo in cui la maggior parte delleverdure NON è più disponibile.

Scarola in cucina

Il metodo migliore per consumare la scarola è cruda "in insalata"; in questo modo, con l'alimento "vivo", tutto il pool vitaminico e salino rimane invariato, a tutto vantaggio del raggiungimento delle razioni raccomandate.
Non mancano piatti cotti a base di scarola. Le foglie dell'insalata possono essere saltate in padella, brasate o bollite. Per di più, la scarola può costituire la farcitura di arrosti arrotolati, involtinipolpette fritte o saltate, pani speciali, paste ripiene e paste al forno.


Proprietà nutrizionali della scarola

L'apporto energetico della scarola è molto basso; essa contiene prevalentemente glucidi semplici(fruttosio), pochissimi lipidi (insaturi) ed altrettante proteine (a basso valore biologico).
La scarola è considerata un ortaggio appartenente al VI e VII gruppo degli alimenti(poiché contiene sia pro-vit. A, sia vit. C) ed il suo consumo è utile anche all'aumento dell'apporto idrico, dell'apporto di potassio e dell'apporto di fibra alimentare.
Se paragonate a quelle della maggior parte degli alimenti della stessa categoria, risultano ottime le concentrazioni di ferro, calcio e riboflavina.
La scarola è un alimento utile nella modulazione della peristalsi intestinale e nella prevenzione della stipsi. Con i suoi eccellenti apporti di acqua e minerali, è ideale per l'alimentazione dello sportivo. Inoltre, avendo un'ottima capacità saziante (fibre + acqua) risulta pressoché onnipresente nel regime alimentare ipocalorico per il dimagrimento. E' anche doveroso sottolineare che il contenuto di fibra alimentare - associato ai fitosteroli, alle sostanze fenoliche, alle vitamine, agli acidi grassi polinsaturi ed al potassio - si rende utile nell'alimentazione di chi soffre di malattie metaboliche e/o presenta un rischio cardiovascolare maggiore rispetto alla norma (ipercolesterolemiadiabete mellito tipo 2, ipertensionesindrome metabolica ecc.).


fonte: www.my-personaltrainer.it

venerdì 7 agosto 2015

LE PROPRIETÀ BENEFICHE DELLA PESCA...

LE PROPRIETÀ BENEFICHE DELLA PESCA



Fiori rosa, fiori di pesco: i delicati fiorellini che ricoprono completamente i rami degli alberi di pesco sono una delle prime meraviglie che la stagione primaverile regala. Seguiti, nel giro di poche settimane, da quello che invece è uno dei frutti estivi per eccellenza, la pesca. Pesca gialla, bianca, noce, tabacchiera: le varietà sono tante, dalla buccia liscia a quella più vellutata, dalla tipica forma tondeggiante a quella schiacciata, dalla gialla polpa succosa a quella più bianca e dura. E sono tanti anche gli impieghi, poiché le pesche possono essere consumate fresche, in confettura, sciroppate, possono dare origine a dessert straordinari e anche a succhi e liquori.

L’albero di pesco (Prunus Persica) ha una storia antica e affascinante. Originario della Cina, ha influenzato la cultura e l’arte di tutti i luoghi dove è stato progressivamente importato; dallo stesso paese d’origine, in cui rappresentava l’immortalità, all’Egitto, alla Persia, a tutti i paesi del Mediterraneo; è arrivato fin negli Stati Uniti, che attualmente sono i maggiori produttori mondiali di pesche. Ad oggi ne esistono moltissime varietà; rispetto al frutto, la principale suddivisione è tra cultivar da consumo fresco, a polpa gialla polpa bianca;nettarinepesche da industria o percoche. L’albero in genere non supera gli otto metri di altezza; la caratteristica per cui è più noto e riconoscibile è la spettacolare fioritura, per cui i rami si riempiono di fiori ancora prima che di foglie. 


Tra le varietà di pesca gialla, dalla polpa succosa e la buccia vellutata, più diffuse, leRedhaven, le Royal Glory, leSpringbelle. Quelle bianche hanno una polpa di colore più chiaro e di consistenza meno succosa, come Springtime Iris Rosso; la pescanocenocepescanettarina, ha la buccia liscia, non vellutata; una delle varietà più note è la siciliana Sbergia. È siciliana anche la pesca diBivona o montagnola; calabrese la Merendella. La pescatabacchiera saturnina è la più facilmente riconoscibile, perché ha una inconfondibile forma schiacciata; celebre la varietà dell’Etna. A seconda della varietà, il frutto può maturare dalla fine di maggio, fino a settembre. 

Le pesche in cucina 
Le pesche hanno un notevole utilizzo in cucina, sia in tavola, sia nei dessert, sia per le preparazioni industriali. Quando si acquistano pesche fresche, di qualsiasi varietà, devono essere scelte in base al profumo, alla mancanza di ammaccature, grinze e parti molli al tatto. Se si scelgono pesche acerbe è necessario farle maturare a temperatura ambiente; quelle mature vanno conservate in frigorifero dove si mantengono per pochi giorni. Possono essere consumate fresche, in macedonia, ma possono anche essere cotte, in tal caso si sposano benissimo, ad esempio, con gli amaretti, e sono un classico della cucina regionale piemontese
Sono ingredienti di sciroppi, conserve, gelati, marmellate, e moltissimi dessert. Se tra le preparazioni industriali più diffuse ci sono i succhi di frutta alla pesca e le pesche sciroppate, tra i dolci uno dei più noti è la pesca melba. La storia di questo dessert è affascinante, poiché coniuga musica e cucina: il creatore della pesca melba è Escoffier, uno dei più celebri chef di tutti i tempi, che rivoluzionò l’arte dell’alta cucina e della ristorazione. La sua fonte d’ispirazione fu il soprano australiano Nellie Melba, a cui dedicò questa ricetta, che vanta ormai più di un secolo di tradizione. Le pesche vengono cotte in sciroppo di zucchero, tagliate, sistemate in una coppa su gelato alla vaniglia, ricoperte di purea di lamponi. Viene considerato un dolce inglese, poiché probabilmente Escoffier lo servì per la prima volta a Londra, ma viene eseguito nelle cucine ormai di tutto il mondo. Alcune varianti prevedono l’aggiunta di panna montata e mandorle. 



Proprietà salutari 
La medicina tradizionale, sia quella cinese sia quella antica occidentale, ha sempre riconosciuto molte proprietà alle pesche, che fossero depurative, digestive, vermifughe o addirittura utili per la circolazione o contro il mal di testa. Quel che è certo è che sono ricche di acqua e fibre, poco caloriche, prive di grassi: le pesche sono frutti indicati nelle diete ipocaloriche, sia per i valori nutrizionali sia per la capacità di saziare. Posseggono inoltre proprietà antiossidanti, blandamente lassative grazie alla pectina, ma soprattutto diuretiche. Attenzione al nocciolo, che è tossico
  
Valori nutrizionali 
Per ogni cento grammi, una pesca contiene all’incirca quasi 89 grammi d’acqua, un grammo circa di fibre, quasi dieci grammi di zucchero, per un totale di circa 30 kcal. I minerali più presenti sono potassio (190 mg), fosforo (20 mg), e poi, in quantità più ridotte, magnesio e calcio. La vitamina C è la più presente; in quantità ridotte sono presenti anche vitamine B1, B2, B3, B5, B6 e vitamina A. Questi valori si riferiscono al frutto fresco; i valori di pesche trattate, in confettura, sciroppate etcetera sono del tutto differenti. 




fonte: www.benessere.com