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giovedì 10 dicembre 2015

Un cucchiaio di miele e cannella al giorno per migliorare la salute...

Un cucchiaio di miele e cannella al giorno per migliorare la salute
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La cannella e il miele, uniti, sono stati usati per secoli nella medicina ayurvedica e in quella cinese. E’ stato dimostrato che i due farmaci naturali reagiscono combinati, formando nuovi composti in grado di migliorare notevolmente la salute. Ecco come agisce: 
Malattie cardiache: Fare una pasta di miele e cannella in polvere, spalmare sul pane ogni mattina, invece della marmellata, e mangiarla regolarmente come parte della colazione. Questo ridurrà il colesterolo nelle arterie e potrebbe aiutare la persona a diminuire il rischio da infarto. Inoltre, coloro che hanno già avuto un attacco di cuore, se si segue questa procedura, sarà protetto dal subire un altro attacco di cuore. L’uso regolare di queste sostanze aiuta a mantenere sana la respirazione e a rafforzare il muscolo e il movimento ritmico del cuore.
Artrite: Pazienti affetti da artrite possono prendere tutti i giorni, mattina e sera una tazza di acqua calda con due cucchiai di miele e un cucchiaino di cannella in polvere. Se assunto regolarmente anche artrite cronica può migliorare.
Migliora la digestione e combatte l’acidità: Una tazza di acqua tiepida con una cucchiaiata di miele e cannella, preferibilmente 20 minuti prima di pranzo. Aiuta a ridurre l’acidità e anche a digerire gli alimenti pesanti.
Influenze e raffreddori: Uno scienziato in Spagna ha dimostrato che il miele contiene un ingrediente naturale che uccide i germi dell’influenza e protegge i pazienti dal freddo.
Longevità: Tè a base di miele e cannella in polvere, presa regolarmente riduce il danno causato dall’invecchiamento nei tessuti. Prendete quattro cucchiai di miele, uno di cannella in polvere e tre tazze di acqua bollente per fare un tè. Prendete un quarto di tazza, 3-4 volte al giorno. Mantiene la pelle fresca e riduce i danni causati dai radicali liberi e l’invecchiamento dei tessuti, allungando il periodo di vitalità regolarmente più di 100 anni.
Calma il mal di gola: Le sue proprietà antibiotiche ed antinfiammatorie aiutano a trattare la faringite, l’amigdalite, l’afonia, la disfonia, ecc. Mettetene un cucchiaio in un bicchiere di acqua tiepida (non troppo calda) e bevete a piccoli sorsi facendo dei gargarismi.
Infezioni della vescica: Prendete due cucchiai di cannella in polvere e un cucchiaio di miele; metteteli in un bicchiere d’acqua tiepida e bere normalmente. Distruggerete i germi nella vescica.
Colesterolo: Due cucchiai di miele e tre cucchiaini di cannella in polvere mescolato in 400 ml. di tè somministrati ad un paziente con livelli elevati di colesterolo, abbassano i livelli di sangue del 10 per cento nelle prime due ore di trattamento. Come detto sopra per i pazienti artritici, se preso tre volte al giorno, agisce molto bene sui problemi cronici, migliora il colesterolo.
Raffreddore: Coloro che soffrono di freddo intenso possono prendere un cucchiaio di miele tiepido con 1/4 di cucchiaino di cannella per tre giorni. Questo metodo può curare qualsiasi colpo di freddo.
Stomaco: Il miele preso con la cannella aiuta anche a curare le ulcere dello stomaco.
Gas: Studi condotti in India e in Giappone rivelano che il miele e la cannella riducono i gas nel sistema digestivo.
Sistema immunitario: L’uso quotidiano di miele e cannella in polvere rinforza il sistema immunitario e protegge l’organismo da batteri e virus. Gli studiosi hanno trovato nel miele vari tipi di vitamine e ferro in grandi quantità. L’uso costante di miele rinforza i globuli bianchi e protegge contro le malattie.
Brufoli: Tre cucchiai di miele e cannella in polvere, facendo una pasta, si possono applicare sui brufoli prima di dormire, lavare il giorno dopo con acqua tiepida. Se fatto per due settimane i brufoli verranno eliminati
Infezioni della pelle: L’applicazione di miele e cannella in polvere in parti uguali sulle parti colpite aiuta la guarigione degli eczema e di tutti i tipi di infezioni della pelle.
Perdita di peso: Al mattino, mezz’ora prima di colazione e prima di andare a letto, bere una tazza di acqua bollita con miele e cannella. Se si beve regolarmente, riduce il peso. Inoltre, bere la miscela regolarmente aiuta a non far accumulare il grasso nel corpo.
Fornisce Energia e Allontana la Fatica: Coloro che prendono il miele e la cannella in polvere in parti uguali, sono più attivi. Le sue proprietà energetiche e tonificanti aiutano a rivitalizzare l’organismo: prendetene un cucchiaio preferibilmente a digiuno.
Alitosi (alito cattivo): In America del Sud vi è l’abitudine nelle persone di fare gargarismi con un cucchiaio di miele e cannella in acqua calda, mantenendo l’alito fresco tutto il giorno.
Perdita dell’udito: Ogni giorno, il miele e la cannella in polvere in parti uguali aiuta la riparazione dei tessuti danneggiati dalle orecchie.
Aumenta la libido: La cannella è considerata uno dei migliori afrodisiaci naturali, sia per gli uomini che per le donne. Prendetene una cucchiaiata della mistura la mattina e una la sera prima di andare a letto.
Combatte l’Insonnia: Prendetene un cucchiaio con un bicchiere di acqua calda prima di andare a dormire.
Come preparare la mistura
Prima di tutto dobbiamo scegliere gli ingredienti migliori. Il miele deve essere biologico e crudo onde evitare che contenga sostanze chimiche, sia diulito e venga surriscaldato ad alte temperature che sciupano tutte le proprietà. La cannella deve essere biologica e quella di Ceylon e non la Cassia, in quanto quest’ultima non è adatta all’assunzione quotidiana. In genere si riconoscono sia perché è scritto, sia perché quella di ceylon ha delle stecche più lunghe e costa un pò di più. Mettete in un contenitore 10 cucchiai di miele liquido (scaldatelo a bagno maria) e 10 cucchiaini di cannella e mescolate finché il miscuglio non sarà abbastanza denso e omogeneo. Conservatelo in un vasetto di vetro chiuso ermeticamente; potete tenerlo fuori dal frigorifero se la stanza è fresca e non fa troppo caldo. Si conserva per diversi mesi, come il miele. Come dose standard, prendetene un cucchiaio al giorno. Per i bambini piccoli, invece, basterà un cucchiaino. Oppure seguite le indicazioni di sopra riferite ad ogni sintomo. Potete mescolarli con l’acqua tiepida, succhi, yogurt, latte vegetale.

Fonte: dionidream

giovedì 29 ottobre 2015

IL SECONDO CERVELLO: SISTEMA NERVOSO ENTERICO, DISBIOSI, STRESS...

IL SECONDO CERVELLO: SISTEMA NERVOSO ENTERICO, DISBIOSI, STRESS


Tra intestino e cervello esiste un collegamento strettissimo, primariamente per una ragione: nell’intestino si trova una rete nervosa molto complessa composta da oltre cento milioni di neuroni che gestiscono le attività intestinali e che si collegano al cervello tramite il sistema nervoso vegetativo


Tra intestino e cervello esiste un collegamento strettissimo, primariamente per una ragione: nell’ intestino si trova una rete nervosa molto complessa composta da oltre cento milioni di neuroni che gestiscono le attività intestinali e che si collegano al cervello tramite il sistema nervoso vegetativo.  Questa rete nervosa intestinale, per le sue dimensioni e per le sue modalità di funzionamento e stata più recentemente denominata “secondo cervello”.Questo secondo cervello si trova nella parete dell’intestino ed è costituito da due plessi di tessuto nervoso. 

Il primo a parlare dell’esistenza di un “cervello nella pancia” è stato il neurobiologo Michael D. Gershon nel 1998 quando ha pubblicato il risultato di 30 anni di ricerche nel libro “Il secondo cervello”.In meno di un decennio si è affermata l’idea che l’intestino è un organo“intelligente” con capacità di associazione e coordinazione proprie e le ricerche condotte hanno caratterizzato sia morfologicamente che funzionalmente alcuni dei neuroni presenti nella parete intestinale. 

Autonomia di funzionamento non vuol dire però che il cervello enterico sia completamente autarchico: la relazione tra i due cervelli prosegue senza sosta in entrambe le direzioni. E’ noto infatti quanto possano pesare lo stress e le emozioni negative sulla salute dello stomaco e dell’intestino. Il primo cervello può alterare il normale funzionamento del secondo, interferire con i suoi ritmi e per questa via disturbare la peristalsi, la produzione di acidi, enzimi, di ormoni, di citochine.


Ma è vero anche il contrario. Stando all’ anatomia le connessioni che dal cervello enterico vanno a quello centrale sono più numerose di quelle che fanno il viaggio inverso. Questo vuol dire che disordini intestinali possono produrre il loro effetto sul cervello centrale! A predominare tra i neurotrasmettitori nel rapporto tra primo e secondo cervello è sicuramente la serotonina, una molecola nota ai più per il suo legame con la depressione. Quasi il 95% della serotonina del nostro organismo viene prodotta dalle cellule dell’intestino. Nella pancia questa molecola serve a iniziare il riflesso peristaltico e a mantenere il tono vascolare, e quindi a regolare i movimenti e l’attività digestiva.
Allo stesso tempo serve come segnale al cervello: invia segnali positivi, come la sazietà, o negativi, come la nausea.
In caso di infiammazione intestinale si produce un eccesso di serotonina che colma i sistemi di riassorbimento e desensibilizza i recettori: questo può causare un blocco della peristalsi. Allo stesso tempo l’infiammazione attiva enormemente l’enzima che demolisce la serotonina e quindi si può avere, nel tempo, a livello cerebrale, un forte deficit della molecola con conseguente depressione.
Infiammazione, alterazione intestinale e depressione possono quindi essere manifestazioni dello stesso processo.

Nel 1971 Richard J. Wurtman, direttore del centro di ricerche cliniche del MIT (Massachussetts Institute of Technology), in collaborazione con il neuropsichiatra John Fernstrom, pubblicò su Science il primo lavoro che dimostrò che la serotonina cerebrale dipende dalla disponibilità del suo precursore triptofano e che quest’ultimo passa nel cervello in quantità superiori se il pasto è ricco di carboidrati e povero di proteine. A prima vista ciò appare una stranezza, visto che anche le proteine animali contengono una buona quantità dell’aminoacido.
A impedire il passaggio di triptofano nel cervello è la concorrenza tra questo aminoacido e quelli più grandi (tirosina, valina, metionina, ecc…). Tra il triptofano e gli altri si realizza una competizione per occupare lo stesso recettore in direzione delle cellule nervose: se i competitori sono in numero superiore i posti sui recettori vengono occupati da loro e il triptofano resta “al di qua” della barriera ematoencefalica. Il rapporto tra il triptofano e gli altri è maggiore nel caso di una pasto ricco di carboidrati in quanto l’insulina, che viene attivata dalla presenza di carboidrati, fa diminuire la concentrazione dei competitori. 
Carboidrati non vuol dire naturalmente solo pasta e dolci, ma anche frutta e verdura, la cui importanza per il mantenimento di un buon umore, deriva dalla loro ricchezza in acido folico, che a sua volta determina la presenza di un fondamentale antidepressivo endogeno, la s-adenosil-metionina. Tra gli altri esempi possibili, e riconducendo più strettamente la trattazione al concetto di“stress”, è possibile parlare del rapporto tra stress cronico e aumento del peso. 
Sembrerebbe confermato che lo stress cronico, con l’incremento di cortisolo, induce obesità con una pluralità di meccanismi, di cui verrà scritto in dettaglio. Lo stress cronico comporta un aumento del livello di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali. Questo ormone di per sé fa ingrassare, ma stimola anche il rilascio di dopamina dal cervello, che rinforza positivamente la reazione di stress. Il rilascio di dopamina è anche fortemente stimolato dall’ assunzione di cibo, in particolare da carboidrati e grassi. 
Si innesca così un circolo vizioso per cui la persona stressata ricerca cibo ad alto contenuto di zuccheri e grassi come conforto verso l’iperattivazione del sistema dello stress e di quello del piacere.
Le persone sottoposte ad uno stress cronico quindi tendono a incrementare  la ricerca di cibi.

Oltre che con il primo cervello, il secondo cervello è in collegamento con il resto dell’organismo anche attraverso il sistema immunitario. La costruzione della microflora intestinale avviene ognuno di noi al momento del parto, quando il neonato viene a contatto con la flora batterica materna e prosegue nel corso dell’allattamento al seno. Col tempo, la flora del nostro intestino viene continuamente a contatto con microorganismi ingeriti con il cibo verso cui, una volta che si è pienamente insediata (e ciò avviene attorno al terzo anno di vita), manifesta la propria ostilità. La flora microbica autoctona è in grado di produrre una seria resistenza alla colonizzazione da parte di serie microbiche esogene. Questa resistenza è potenziata dall’ attività del sistema immunitario muco-nasale
Questo equilibrio può essere disturbato per vari motivi al punto tale che l’organismo entra in uno stato di disbiosi (da dis-bios, opposto alla vita), il cui trattamento costituisce uno dei concetti cardine della filosofia e della pratica del naturopata. Negli stati di disbiosi un ruolo chiave lo posseggono i probiotici, ovvero specifici ceppi di microorganismi, in particolar modo lactobacilli e bifidobatteri in grado di colonizzare la flora intestinale con effetti positivi sulla salute in quanto hanno come bersaglio privilegiato il sistema immunitario.Sembra inoltre che i probiotici non aumentino solamente la risposta immunitaria ma promuovano la tolleranza.
I bifido batteri costituiscono la “famiglia” più vasta di probiotici ed anche i più importanti batteri amici attivi nell’intestino tenue degli adulti in buona salute e dei bambini che siano stati, come abbiamo detto più sopra, allattati al seno. Questi batteri possono fisiologicamente diminuire con l’età o quando lo stato di salute inizia a declinare.
Le cause più comuni di distruzione dei bifidobatteri sono:
· Disbiosi da vaccinazioni
· Disbiosi da infezioni
· Repentini cambiamenti di dieta
· Carenze immunitarie
· Variazioni climatiche
· Uso di antibiotici
· Esposizione a radiazioni
· Stress 
In tutti questi casi diventa indispensabile mantenere una corretta integrazione di probiotici, dopo aver corretto l’alimentazione; agire in questo senso ci preserva da condizioni di disbiosi e permette un rapido recupero dello stato di benessere generale. 


fonte :curenaturali.it

martedì 1 settembre 2015

I probiotici ,armi contro le malattie...

I probiotici ,armi contro le malattie


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I probiotici sono microrganismi viventi che, se assunti in quantità adeguate, possono essere benefiche.
Nel 76 d.C. lo storico romano Plinio raccomandava l’uso di prodotti a base di latte fermentato per curare le gastroenteriti.
Una versione persiana dell’Antico Testamento(Genesi, 18,8) afferma:” Abramo doveva la sua longevità al consumo di latte cagliato”.
Nel 1989 Fuller ha così definito il termine probiotico:”Un integratore alimentare a base di microrganismi vivi e vitali, che produce effetti favorevoli sull’organismo animale, migliorandone lì equilibrio microbico intestinale.”.
Ecco in quali patologie sono benefici i probiotici:

  • Allergie, i probiotici contribuiscono a mantenere sana la pelle e l’apparato digerente e l’intolleranza al latte.
  • Eriterite, infiammazioni intestinali. I probiotici migliorano la risposta infiammatoria dell’organismo.
  • Sindrome dell’intestino irritabile, i probiotici modificano la microflora presente nel sistema gastrointestinale, riducendo i sintomi di questa malattia.
  • Riduzione del livello di colesterolo, i probiotici presenti nello yogurt, frenano l’assorbimento del colesterolo da parte della mucosa intestinale.
  • Ulcere, i probiotoci aiutano ad eliminare l’agente patogeno Helicobacter pylori, che rappresenta una delle cause principali dell’ulcera gastrica.
  • Diarrea, i probiotici presenti nello yogurt aiutano a combattere la diarrea, stimolando il sistema immunitario e riequilibrando la microflora intestinale, soprattutto dopo l’uso di antibiotici.
  • Infezioni vaginali e del tratto urinario, i probiotici dello yogurt combattono gli agenti patogeni, eliminando la microflora cattiva e stimolando la crescita di quella buona.
Tratto da Super Food di Steven Pratt e Kathi Matthews Sperling & Kupfer Editori

 I principali effetti benefici dei probiotici :
  • Favoriscono la digestione delle proteine
  • Permettono il miglioramento dell’assimilazione degli aminoacidi essenziali
  • Aumentano la mobilità intestinale
  • Proteggono dalle infezioni e dalla colonizzazione del tubo digerente da parte di germi patogeni.
  • Anche se ne sono sconosciuti i meccanismi, sembra che i probiotici, abbiano un’azione stimolante sul sistema immunitario e  favorire la produzione di anticorpi.
  • Pare che l’azione probiotica e terapeutica dei batteri lattici, possanoneutralizzare l’assorbimento di sostanze tossiche.
  • Varie ricerche hanno dimostrato che i batteri lattici sono in grado di esercitare un‘attività antimicrobica su alcuni componenti della flora intestinale.


Tratto da I quaderni di Natura e Scienza G.M. Ricchiuto Editore